Pavimenti industriali in calcestruzzo: le nuove Istruzioni CNR presentate al Saie 2016

E’ stato presentato al Saie il nuovo documento CNR-DT 211 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo delle pavimentazioni di calcestruzzo”, all’interno di un Seminario di studio e

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E’ stato presentato al Saie il nuovo documento CNR-DT 211 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo delle pavimentazioni di calcestruzzo”, all’interno di un Seminario di studio e aggiornamento organizzato per l’occasione dal CNR in collaborazione con Federbeton, Atecap e Conpaviper.

Il lavoro di realizzazione e messa a punto della norma si è svolto all'interno della Commissione CNR coordinata dal Professore Franco Maceri, in un gruppo coordinato dai Proff. Marco Savoia e Giovanni Plizzari, a cui hanno partecipato alcuni dei maggiori esperti del settore a livello nazionale e internazionale, e i rappresentanti di due associazioni: ATECAP e CONPAVIPER (promotrice della realizzazione).

Non si tratta di una norma cogente, ma risulta un ottimo riferimento tecnico per i progettisti ed appaltatori, nella redazione dei capitolati tecnici e come valido supporto per i contenziosi, che rappresentano un aspetto importante e molto presente in questo ambito. Le istruzioni CNR DT 211/2016 si applicano alle pavimentazioni di edifici industriali e delle relative pertinenze, con l’esclusione di vie stradali ed aeroportuali.

Un passaggio rivoluzionario perché finalmente viene riconosciuto il valore strutturale di questa opera in cemento armato:

"Le pavimentazioni di calcestruzzo sono spesso realizzate unicamente sulla base di voci di capitolato, senza alcuna progettazione preliminare. Il risultato della scarsa attenzione progettuale ed esecutiva è spesso causa di vari difetti, tra i quali fessurazioni, deformazioni, rotture e disomogeneità che possono compromettere la funzionalità della pavimentazione.

Dal punto di vista strutturale, le pavimentazioni sono piastre su appoggio continuo cedevole.

La progettazione delle pavimentazioni in calcestruzzo è di grande importanza ed attualità, malgrado tale settore sia sempre stato considerato non di competenza ingegneristica. Ciò è palesemente in contrasto con i numerosi aspetti tecnici coinvolti, a partire dalle caratteristiche del supporto, per continuare con la tecnologia del calcestruzzo e per finire con lo strato di finitura superficiale.

Le verifiche devono essere condotte soprattutto nei confronti dello Stato Limite di Esercizio (SLE) senza però trascurare lo Stato Limite Ultimo (SLU). In condizioni di esercizio rivestono particolare importanza lo stato limite di formazione delle fessure e quello di deformazione in quanto un’eccessiva deformazione potrebbe creare problemi, ad esempio alle scaffalature, al transito dei mezzi e, in generale, alla funzionalità della stessa pavimentazione." ... "Le azioni agenti sulle pavimentazioni di calcestruzzo comportano stati di sollecitazione piuttosto complessi. Ad esempio, i carichi mobili provocano azioni cicliche variabili, per cui la pavimentazione risulta sottoposta ad azioni flettenti con tensioni di trazione sia all’intradosso sia all’estradosso della piastra. Quando le tensioni di trazione superano la resistenza a trazione del calcestruzzo (nelle condizioni di esercizio), risulta necessaria una attenta valutazione dei fenomeni fessurativi e l’utilizzo di un’armatura tradizionale e/o l’impiego di FRC (vedi documento CNR DT 204/2006)."

Considerando la grandezza del mercato delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo, che nel 2012 ha registrato più di 20 milioni di mq realizzati, si comprende l’importanza di essere riusciti a stabilire regole comuni.

Al convegno tenutosi al Saie, i relatori hanno presentato la norma sotto molteplici aspetti.

L’ing. Andrea Dari, Direttore Conpaviper, ha espresso la soddisfazione per il risultato raggiunto, anche grazie all’Associazione di cui è alla direzione:

“Speriamo che questo documento possa aprire gli occhi a decine di committenti, che nella logica del massimo risparmio oggi spesso trascurano l'importanza che ha per la loro attività la piastra in calcestruzzo su cui si muovono i loro muletti, si appoggiano macchine, impianti e scaffalature, si svolgono le attività produttive. E speriamo che anche i CTU finalmente, quando chiamati a dover intervenire nei casi in cui queste non svolgono correttamente la propria funzione, responsabilizzino adeguatamente quei committenti che non si sono preoccupati di affidare a un professionista non solo la realizzazione, ma anche la progettazione e la direzione lavori.”

Il Prof. Franco Maceri, Presidente della Commissione di Studio per la predisposizione e l'analisi di Norme Tecniche relative alle Costruzioni, ha poi sottolineato come l’importante quantità di contenziosi legati ai difetti delle pavimentazioni industriali, generi una spesa enorme, di tempo e denaro. Questo aspetto è quindi sintomo che qualcosa, fino ad oggi, mancava nell’iter progettuale. Finalmente, le Istruzioni hanno dato al processo una base normativa, definendo caratteristiche e prestazioni delle pavimentazioni in calcestruzzo, unificando al contempo il linguaggio tecnico relativo.

La realizzazione delle pavimentazioni industriali passa quindi da un campo tecnologico e artigianale al campo tecnico, ha affermato il Prof. Marco Savoia, Professore di Tecnica delle Costruzioni, Università di Bologna.

Savoia sottolinea che attraverso le NTC si sono introdotte anche condizioni di progetto diverse da quelle di sicurezza attraverso la definizione degli Stati Limite di Esercizio (SLE), che hanno ampliato il concetto di struttura definito dalla Legge n. 1086/1971 e legato solo alla sicurezza delle persone. Questa evoluzione delle norme ha consentito di ricomprendere le pavimentazioni industriali in calcestruzzo fra le strutture che un progettista è tenuto a dimensionare (le nuove CNR DT 211/2016 prevedono una serie di documentazione che il progettista deve produrre, fra cui una relazione tecnica, elaborati grafici e particolari costruttivi).

Nella norma vengono trattati diversi tipi di pavimentazioni:

• in calcestruzzo non armato

• in calcestruzzo armato

• in calcestruzzo fibrorinforzato (FRC), con armature convenzionale

• in FRC senza armatura convenzionale

Vengono solo citate le pavimentazioni su pali e non sono comprese le pavimentazioni postese.

Per quel che riguarda il FRC, esso va progettato. A tal proposito, si rimanda il lettore alle Istruzioni CNR DT 204/2006 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Strutture di Calcestruzzo Fibrorinforzato”

Nelle istruzioni viene introdotto il concetto innovativo di DIFFETTOSITA’ AMMISSIBILE, in funzione della destinazione d’uso della pavimentazione e viene definito il ruolo degli attori che intervengono nella sua progettazione e realizzazione, presentando il ruolo del certificatore (si ricorda che le pavimentazioni in calcestruzzo non possono essere collaudate ai sensi della legge n. 1086/1971), che potrebbe essere utilizzato, ad esempio, in presenza di opere importanti.

Passando alla progettazione di queste opere, il Prof. Sergio Tattoni, Professore di Progetto di Strutture del Politecnico di Milano, dopo aver elencato le principali norme di riferimento (Codice di Buona Pratica Conpaviper per i Pavimenti in Calcestruzzo ad uso industriale, UNI 11146, Istruzioni CNR, NTC2008) si è soffermato sul concetto di vita nominale della pavimentazione (che è la stessa dell’edificio di cui fa parte) e su come tale concetto implichi, anche per questi manufatti, la progettazione della manutenzione dell’opera. Inoltre, ha indicato i tipi di azioni agenti sulla pavimentazione, fra i quali:

• carichi distribuiti: poco significativi

• carichi concentrati, mobili e fissi: importanti

• distorsioni (ritiro – soprattutto igrometrico, e variazioni termiche uniformi e non uniformi): determinanti e, nella quasi totalità dei casi, che “comandano” il dimensionamento della pavimentazione.

Nonché le sollecitazioni orizzontali eventualmente trasmesse alla pavimentazione sotto sisma.

Infine, il Prof. Tattoni, ha ricordato la fondamentale importanza, per limitare le distorsioni, della posa dello strato di separazione della pavimentazione al supporto (proprio per evitare che l’attrito fra i due strati aumenti esponenzialmente l’effetto di ritiro e variazioni termiche) e l’interessante utilizzo di additivi espansivi dove, la compressione iniziale della soletta dovuta all’espansione, compensa la trazione dovuta la ritiro del calcestruzzo.

Ovviamente, sottolinea il Dott. Marco Francini di ATECAP, parlando del materiale CALCESTRUZZO, il risultato della realizzazione passa anche per una corretta progettazione del calcestruzzo (per cui avremmo molte più probabilità di compensare completamente, ad esempio, compressione e trazione dovute al binomio additivo espansivo/ritiro, se la ricetta del calcestruzzo utilizzato non è standard, ma progettata per quella particolare opera, con la giusta quantità di additivi, le giuste – eventuali - fibre, ecc..)

Francini, infine, pone l’attenzione su ulteriori particolari requisiti, non menzionati nelle Istruzioni, ma comunque molto importanti e da tenere in considerazione quando si è in fase progettuale: i requisiti del calcestruzzo per la lavorazione (il mantenimento della consistenza, le proprietà reologiche concordate, ecc..) anch’esse influenti sul risultato finale e il mantenimento delle prestazioni della pavimentazione nel tempo.

Per conoscere meglio le Istruzioni CNR DT 211/2016, CLICCA QUI per scaricare il documento.