Pavimenti industriali: l’approccio alla progettazione deve essere di carattere prestazionale

Andrea Bassani, coordinatore della Commissione Tecnica Pavimentazioni industriali, chiarisce alcuni aspetti fondamentali circa la corretta progettazione dei pavimenti industriali e il loro inquadramento come elementi strutturali.

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L'intervista

Una progettazione moderna dei pavimenti industriali su quali punti di partenza dovrebbe basarsi?

L’approccio alla progettazione deve essere di carattere prestazionale. Non bisogna dimenticarsi, che il pavimento industriale che, ancor prima di essere considerato o meno struttura, sarà la superficie di lavoro. E' di fondamentale importanza quindi la definizione delle prestazioni richieste per il suo uso. Questi vincoli condizionano la tipologia di pavimento e la progettazione. Bisogna pertanto definire le prestazioni d’uso richieste, le prestazioni meccaniche della pavimentazione e della massicciata.


Se secondo il Consiglio Superiore Lavori Pubblici è il progettista che deve definire o meno la pavimentazione “struttura”, quali sono gli elementi che il progettista dovrebbe considerare per compiere questa scelta?

La pavimentazione su suolo continuo ha sempre una risposta strutturale e le prestazioni devono sempre esser definite da una progettazione. Riguardo la definizione di “struttura” richiamata dal Consiglio Superiore Lavori Pubblici e che implica l’applicazione delle leggi e delle norme tecniche che regolano le costruzioni, nonché delle relative procedure tecnico-amministrative, LL. n. 1086/71, n.64/74, DPR n. 380/01 e DM 17.01.2018, il progettista acquisisce tutti gli elementi per definire se la pavimentazione è a carattere strutturale, o meno, mediante un'analisi delle prestazioni d’uso richieste a titolo d’esempio: la natura ed entità dei carichi, la durata e frequenza del trasferimento dei carichi, la funzione portante di altri elementi in elevazioni che siano macchine, scaffali o elementi architettonici, oppure prestazioni necessarie al funzionamento di mezzi di movimentazione.
Quando invece la pavimentazione ha carattere principalmente di finitura - ovvero quando la sua funzione strutturale in caso di fallimento non arreca pericolo per la pubblica incolumità - allora la pavimentazione può essere inquadrata come "non strutturale”, ad esempio aree parcheggio, opere di tipo stradale, piazzole, aree espositive.


È in corso la revisione del Codice di Buona Pratica: al FORUM di ottobre se ne parlerà?

Assolutamente si, durante il FORUM sarà occasione di presentare e condividere alcune modifiche introdotte nella revisione.


Sempre al FORUM si tratterà di LOGISTICA: perché è importante questo aspetto per le pavimentazioni industriali e quali sono, in quest'ottica, i requisiti aggiuntivi da considerare nella progettazione?

La logistica oggi rappresenta un'importante fetta di mercato nel settore delle pavimentazioni. Le prestazioni richieste sono sempre più importanti e rappresentano una spinta ad innovare e migliorare il settore. Non solo i carichi sono determinanti al fine della corretta progettazione ma anche aspetti tecnologici di funzionamento e fruizione della superficie di lavoro, la riduzione della manutenzione, minimizzare le discontinuità con un aumento delle superfici di getto e la necessità di specifiche riguardanti la planarità della superficie. La planarità impone, ad esempio in fase progettuale, di prevedere delle prescrizioni aggiuntive in fase realizzative introducendo una planarità di esecuzione ed una planarità di servizio, il cui raggiungimento prevede ulteriori interventi successivi alla realizzazione ed un piano di manutenzione per garantire il buon funzionamento durante la vita di servizio.